di Redazione Studio Legale Cavallo
Dopo aver dato atto, in un precedente articolo (clicca qui per aprire il collegamento), delle novità legislative introdotte in materia di reati ambientali dalla L. 68/2015 (Atti Senato n. 1345-B), riportiamo di seguito la Relazione n.. III/04/2015, dell’ufficio del Massimario della Corte di Cassazione, a firma del Consigliere Pietro Molino, che esamina analiticamente i vari passaggi della novella e le nuove fattispecie incriminatrici.
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Sommario: Premessa. – 1. Il delitto di inquinamento ambientale – 1.1. segue: la compromissione o il deterioramento “significativi e misurabili” – 1.2. segue: l’oggetto della compromissione o del deterioramento – 1.3 segue: il rapporto di causalità – 1.4. segue: l’abusività della condotta – 1.5.: segue: ancora sulla nozione di “abusivamente” – 2. Il delitto di morte o lesioni come conseguenza non voluta del delitto di inquinamento ambientale – 3. Il delitto di disastro ambientale – 3.1. segue: la condotta – 3.2. segue: la clausola di riserva – 4. L’elemento soggettivo. L’inquinamento e il disastro ambientali colposi – 5. Il delitto di traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività – 6. L’impedimento del controllo – 7. Le aggravanti – 8. Il “ravvedimento operoso” – 9. Le disposizioni sulla confisca – 10. Il ripristino dello stato dei luoghi e il reato di omessa bonifica – 11. La responsabilità degli enti da delitto ambientale – 12. L’intervento sulla prescrizione – 13. L’estinzione delle contravvenzioni ambientali – 14. Le disposizioni residue.
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